lunedì 3 febbraio 2014

Il "rivoluzionario" controsenso solo per le biciclette

Fa un po' rabbrividire che nel 2014 in Italia si parli ancora della annunciata "rivoluzione" che dovrebbe portare alla possibilità di far circolare le biciclette controsenso. Fra i maggiori Paesi europei, l'Italia è il fanalino di coda in fatto di mobilità ciclistica, anche se da diverso tempo in vari Comuni del nostro Paese si permette alle bici di andare controsenso in apposite corsie dedicate. In realtà, è anche la visione autocentrica che crea il malinteso. Mettiamola così, che è meglio: con questa normativa sulla strada è istituito il doppio senso di marcia, da una parte per tutti e dall'altra solo per le bici. Per farlo, basta apporre un cartello di divieto d'accesso eccetto biciclette e dipingere una striscia per terra. Inutile notare che il costo è molto basso. Questi cartelli sono visibili in quasi tutti i Paesi del mondo ed è da anni una cosa normalissima in molte città, comprese alcune metropoli con milioni di abitanti. Quindi non capisco le polemiche sollevate per la possibilità di modificare il Codice della strada italiano, un passaggio non cruciale, a quanto pare, visto che molti amministratori comunali che volevano adottare questo sistema lo hanno già fatto senza aspettare altri anni o decenni.
Su La Repubblica di sabato 1° febbraio, a pag. 21, è apparso un articolo, significativamente intitolato "In bici contromano la rivoluzione sulle strade che spaventa gli automobilisti". Poverini, si sono spaventati. Di cosa? Se gli spunta fuori qualcuno mentre guidavano leggendo sul palmare i like di Facebook, è colpa del Codice della strada italiano modificato? Prima, al limite, prendevano un muro. Nella stessa pagina, in un box, il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani, crede che sia un grandissimo sbaglio. Il ciclista è debole, come il pedone, sostiene. Anche se qui verrebbe da dire "allora vietiamo ai pedoni di andare controsenso", ma lasciamo stare. Dice il presidente dell'Aci che l'automobilista è abituato a guidare a senso unico, senza altri problemi. Ovvero: tutti gli automobilisti del mondo si sono abituati al nuovo sistrema, quelli italiani non ce la farebbero, dice l'Aci. A questo punto, sarebbe bene ritirate loro la patente, dato che anche l'auto è pericolosa, ancora di più in mano a chi non la sa guidare. Il presidente dell'Aci crede che non ci sia alcun bisogno che i ciclisti vadano controsenso per agevolare i loro percorsi: si vede che in bici non ci va, è evidente.
E ora una carrellata di città fricchettone che mettono a rischio la vita dei loro poveri cittadini con cartelli controsenso solo per le biciclette. L'elenco sarebbe lunghissimo, ho scelto a caso qualche città, tanto per dimostrare che non si tratta di piccoli comuni bucolici di 700 abitanti. Buona visione e meditazione a tutti.
Bruxelles
Amsterdam
Chicago
Colonia
Madrid
Parigi
Praga

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